mercoledì 21 marzo 2012

Vicini




Il mio vicino di balconata non sta tanto bene con la testa.
Durante l'inverno non lo vedo mai, compare sul balcone solo d'estate, in genere quando innaffio le piante (d'inverno le piante non le innaffio, se la cavano da sole).
Ci feci caso i primi tempi che abitavo in questa casa: ogniqualvolta innaffiavo le piante se mi giravo vedevo il mio vicino di balconata lì a pochi metri di distanza che mi fissava e poi subito distoglieva lo sguardo - non di scatto però, anzi abbastanza lentamente - mettendosi a rimirare l'orizzonte col mento alzato.

Per colpa sua ho dovuto abbandonare i vestitini estivi corti e passare ai pantaloncini non tanto corti (e quando ci sono 40 gradi i vestitini sono molto più freschi eh); i vestitini creavano problemi soprattutto innaffiando le piante molto piccole, e si sa che quanto più fa caldo tanto più spesso si innaffia tanto più i capi d'abbigliamento sono ridotti: è tutto collegato, passare ai pantaloni era l'unica soluzione.
All'inizio credevo che sarei stata completamente tranquilla all'ultimo piano, con solo tetti davanti, ma non avevo pensato ai lati: sul lato destro la mia balconata confina perlappunto con quella del mio vicino e sua madre.
Io loro non li considero propriamente "vicini di casa" perché fra i nostri rispettivi appartamenti ci sono otto piani di scale da scendere, un vasto androne da attraversare e altri otto piani da salire; abitano all'altra scala - se uno volesse farsela a piedi ci metterebbe almeno dieci minuti per coprire la distanza - ma, paradossi dei palazzoni, nel bagno siamo separati solo da pochi centimetri di muro: posso sentire il rumore del loro sciacquone e qualche volta sento anche il mio vicino urlare, litigare forse (ma non sento mai sua madre, credo che parli a voce troppo bassa o ad una frequenza che non riesce ad oltrepassare la parete o che si trovi fuori dalla porta mentre discutono, oppure che lui litighi da solo). In ogni caso questa contiguità uditiva non mi crea problemi quanto quella visiva e quindi in bagno canto tranquillamente ad alto volume.
Sulla balconata invece la distanza fra di noi è mediamente di una decina di metri, pochi tutto sommato, ma ciò nonostante devo ammettere di non avere una chiarissima idea della fisionomia del mio vicino: quando mi giro a guardarlo lui si volta sempre verso l'orizzonte.
So che è alto, porta occhiali con le lenti scure e sarà ormai sui 50 anni d'età.

Per colpa sua quando d'estate nel tardo pomeriggio mi metto a leggere un libro sulla sdraio piazzata di traverso dove la balconata fa angolo non posso allungare le gambe verso l'alto puntando i piedi sullo spigolo del muro ma devo invece tenerle incrociate o accavallate finché non mi si addormentano. Altrimenti mi sento una scorretta esibizionista (naturalmente se il tizio non c'è i piedi li metto dove mi pare e piace).

Per colpa sua dopo una sola estate ho smesso di prendere il sole sul balcone.
No vabbé... non diamo tutte le colpe a questo povero cristo; ho smesso perché era troppo scomodo e perché non mi piace prendere il sole, lo facevo solo per non arrivare in spiaggia bianca come una mozzarella, poi però un giorno ho pensato: ma chi se ne fotte...

In dieci anni che vivo qua avrò visto il mio vicino e sua madre in posti che non fossero la balconata sì e no tre volte.
Un paio di volte li ho visti di sfuggita davanti alla portineria: la madre parlava fitto e a bassa voce con la portinaia -  entrambe annuivano molto con la testa - e lui se ne stava là vicino, immobile, alto e silenzioso, gettando occhiate in varie direzioni. Un'altra volta invece li ho incrociati nell'androne mentre io uscivo e loro, appaiati, entravano nel palazzo: lei mi ha fissato a lungo negli occhi, in maniera inespressiva; ho notato che ha gli stessi occhiali del figlio. Non li ho salutati, e lei non ha salutato me.
Quella sarebbe stata una buona occasione per vedere bene in faccia il mio vicino ma il mio sguardo, come ho detto, è stato catturato da quello della madre - molto più a portata dei miei occhi per una questione di altezza - che non l'ha più mollato finché non ci siamo oltrepassate. Penso che l'abbia fatto apposta, per un qualche preciso motivo intendo.

Se mi chiedessero informazioni utili per tracciare un identikit del mio vicino non saprei riferire niente di preciso: con una certa sicurezza potrei dire solo alto, con gli occhi nervosi e gli occhiali scuri.
Neanche so come si chiama.

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