lunedì 30 luglio 2012

Crudezze

M'ero appena scandalizzata per il fatto che i due zingari che erano davanti  a me alla cassa del supermercato avevano aperto una busta di wurstel  e ci avevano imbottito dei panini SENZA "previa cottura", che ho visto uno dei due raccogliere una mezza sigaretta da un mucchietto di pattume del marciapiede e mettersela in bocca.

Non c'è niente da fare: questa gente e il suo sistema immunitario coi controcoglioni continuerà sempre ad affascinarmi.

mercoledì 25 luglio 2012

Spots

Qualche osservazione su alcuni degli spot più martellanti che girano in questo periodo in tivù

#) quello di Trivago, con la simpatica coppietta che deve trovare una stanza non mi ricordo dove (EH? ma com'è che non me lo ricordo?? l'avrò sentito un milione di volte) temo possa scatenare crisi epilettiche nei soggetti predisposti

#) il fatto che la "pupù liquida", per convenzione, sia rappresentata con un liquido di colore viola lo trovo abbastanza logico: il rosso e il giallo - per ovvi motivi - non è il caso di usarli, il verde mmmh, nemmeno (mi sa di pus) e il blu è già in uso da anni per simulare i vari liquidi organici. Ad ogni modo, viola o non viola, la pupù LIQUIDA sempre schifo fa

#) perché il tizio dello spot Viaggiagratis.it quando viene a sapere che i suoi amici si sono fatti consigliare dal piccione gigante guarda il suddetto con malcelato odio? Cosa c'è sotto di torbido?

#) i due dello spot Durex dovrebbero passare ad un letto con doghe in legno

#) ho il vago sospetto che il promo Sky delle Olimpiadi possa portare una discreta sfiga.

venerdì 20 luglio 2012

Le basi

Stavamo lì io e mio fratello a parlare del più e del meno e lui d'un tratto mi fa: "Ma tu, te la ricordi la canzone dell'asilo??"
E io ME LA RICORDO.

"La canzone dell'asilo"

All'asilo si sta bene 
E si imparan tante cose
E la suora ci vuol bene 
E' così che piace a me.

Testo di Anonimo, musica della marcia dei bersaglieri.

domenica 15 luglio 2012

A mali estremi

Per risolvere il problema di una pesca mezza marcia che stava diffondendo in cucina un'orrenda puzza acida me la sono mangiata. 

lunedì 9 luglio 2012

Storie estive



Sto allevando un bruco. L'ho trovato nel basilico, per poco non me lo mangiavo; avrei voluto metterlo in una pianta ma qui fuori c'è sempre il sole a picco, non mi sembrava il clima ideale, me lo sono immaginato fare la fine dei nazisti ne I predatori dell'Arca perduta.
Inoltre di piante a foglia larga c'è solo qualche geranio asfittico, se uno è abituato ad una dieta a base di basilico non so se possa andar bene. Così l'ho messo in un piatto di plastica con alcune foglie di basilico e quando occorre gliele cambio con le fresche; forse è un'impressione ma mi sembra che ogni giorno raddoppi in grandezza, e siamo solo al quarto giorno. Si chiama Bruchillo.
Sono cosciente che prima o poi si trasformerà e quel nome gli andrà stretto; è noto che da ogni bruco esce fuori una creatura volante.

Ho paura che questo sia l'incipit di un film dell'orrore.

sabato 7 luglio 2012

Un'immagine vale più di 547 parole

Qua avrebbe dovuto esserci una foto, ma per motivi di sicurezza non l'ho potuta fare.

Era sera tardi, mi trovavo ad una fermata nei quartieri bassi, e oltre me c'era un folto gruppo di zingari, pure loro in attesa dell'autobus; la lingua veramente mi sembrava un po' diversa da quella che ho sentito altre volte usare dagli zingari, ma forse è solo perché parlavano a voce molto più alta del solito, urlando e ridendo, e ad una certa ora i suoni risuonano diversi.
Ma erano zingari sicuro: denti d'oro, gonnellone, bambini allo stato brado, passeggini con dentro scatoloni di roba raccolta dai rifiuti, o neonati; chi altri potevano essere?
Se ne stavano raggrumati intorno alla pensilina sotto la luce arancione spiovente dai lampioni che riduceva tutti i loro colori ad una gamma ristretta e deprimente, con le masserizie e i bagagli di fortuna evocanti gli squallidi posti dove erano di ritorno, casa loro. Stavano là, sullo sfondo di vetrine estranee e manichini in posa, come la rappresentazione di un piccolo, ignorabile, puntuale esodo quotidiano.
Ma non era questa la foto.

Gli uomini stavano tutti insieme da una parte, dietro la parete di vetro della pensilina, qualcuno seduto per terra, qualcun'altro con una gamba alzata e il piede poggiato su di un dissuasore di pietra; erano loro a produrre la maggior parte del vocio, si raccontavano cose incomprensibili, annuivano incomprensibilmente, ridevano con le bocche aperte. Le donne, più silenziose e più stanche, avevano occupato la pensilina, alcune sedute sulla relativa panchina, altre davanti, in piedi sul bordo del marciapiede, buttando l'occhio alternativamente all'orizzonte, alla tabella elettronica con gli autobus in arrivo e ai bambini attorno.
Ma nemmeno questa era la foto.

Sulla destra della scena un bambino, piccolissimo, tirava calci violenti ad uno scatolone pieno di bottiglie appoggiato al muro. I bambini a quell'età in genere sembrano molli come bambole, dalla forza fisica trascurabile; questo continuava a tirare calci a gamba tesa, a intervalli regolari, come fosse caricato a molla.
Gli uomini dietro lo ignoravano completamente. In primo piano una delle donne in piedi - in stato di avanzata gravidanza - gli lanciava svogliatamente un urlo ogni tanto, qualche volta girando appena la faccia verso di lui.
Ma neanche questa era la foto.

Nonostante la luce gialla e i colori smorti si riusciva qua e là a distinguere - abbinata ad un bermuda fluorescente, o su di un gonnellone informe - una maglietta col logo vistoso di un pregiato marchio sportivo, un top abbastanza fine e di discreta fattura, raccattati chissà in quale balla di roba usata, chissà in quale bidone, buttati via magari per un buco invisibile. Tutto messo insieme a caso - come uno sberleffo ai nostri criteri, ai nostri imprescindibili gusti di non-zingari - su corpi magri e scuri, sulle pance di ragazzine incinte dai capelli sempre legati, con davanti passeggini già occupati da altri bimbi.
Ma no... No. Nemmeno questa era la foto. 


...VABBE', insomma per farla breve: la tipa incintissima, quella sul bordo del marciapiede, c'aveva addosso una maglietta striminzita con sul davanti la scritta "BIG BABOL" bella grossa con tanto di megapallone rosa che le si allargava giusto giusto sopra il panzone di 9 mesi; QUESTA, era la foto.
Ma ho pensato che se mi sgamavano si potevano incazzare, così ho lasciato perdere.


Comunque gran bella invenzione la fotografia.

martedì 3 luglio 2012

La concorrenza ai tempi dei naufragi - 2

Vorrei capire il senso di quella pubblicità in cui una tizia alza la cornetta del telefono (in realtà alza una conchigliona, ma vabbè) e dall'altra parte una vocetta accattivante le fa "Ciao, sono il MARE!", cominciando poi ad enunciare alla sua interlocutrice tutte le meraviglie delle crociere a cui la invita a prendere parte.
E insomma questa che trovata è, cosa diavolo sarebbe questo mare parlante?? Un testimonial eccellente? Il referente della compagnia di navigazione per i clienti? Sarà mica lo stratagemma per una sorta di scaricabarile preventivo? 
Cioè, che se poi per caso dovesse accadere qualcosa di brutto - che sia ben chiaro eh - prendetevela col MARE...?