lunedì 19 marzo 2012

Cambiare tutto, cambiare niente



Nella mia famiglia c'era questa abitudine di cambiare sempre le cose.
No, non "cambiare le cose" in senso esistenziale - per carità! - ma proprio nel senso di andare al negozio a cambiare le cose appena comprate.
Si cambiava veramente di tutto: fra le cose più strane mi ricordo, per esempio, un cavolo, delle scatole di pomodori, dei materassi, un pappagallo.
Le motivazioni: il cavolo perché era troppo giallo ("con quella luce non si vedeva bene il colore"), le scatole di pomodori perché erano ammaccate, i materassi perché erano troppo lunghi  per i letti (...) e non si riusciva agevolmente a rigirarci il bordo delle coperte sotto e il pappagallo perché era spennato sulla testa.

E niente, mi sembrava una cosa ragguardevole da ricordare. 

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