martedì 31 gennaio 2012

Aver bisogno

Aver bisogno di qualcuno che non ha bisogno di te.
Uhmm, no... no.
Aver bisogno di qualcuno che HA bisogno di te. Sicuramente meglio, quasi come il paradiso è meglio dell'inferno.

lunedì 30 gennaio 2012

:)



Sua Fissità



Ogniqualvolta mi imbatto in un film in cui c'è lei rimango sempre attonita davanti alla totale, irrimediabile inespressività del viso di Angelina Jolie.
Siccome non è naturale per un essere umano non articolare alcun muscolo facciale ritengo che l'attrice si sia auto-imposta questa aberrante condizione cominciando probabilmente ad esercitare il controllo delle decine e decine di muscoli del viso già dalla prima adolescenza, quando si comincia a prendere coscienza del potere d'acquisto della propria bellezza. Tutto ciò onde non inficiare i suoi lineamenti carnosi con alcun segno d'espressione, fino a giungere al traguardo di diventare un vero e proprio manichino semovente (voglio osservarla meglio la prossima volta perché ho il sospetto che riesca a non battere nemmeno le ciglia).
Mi viene addirittura da chiedermi se durante uno dei suoi numerosi travagli avrà continuato coerentemente a mantenere la sua unica (in)espressione o le si sarà almeno un po' contratto un orbicolare, corrucciato un sopracciglio, lievemente increspato il famoso labbrone... ma niente, non riesco a figurarmela anche con un solo solco in mezzo a quella spianata che c'ha in fronte.


Insomma una statua.

Però no... un attimo, ma quale fissità da monofaccia, mi rimangio quello che ho detto. Ho preso coscienza in questo momento che Angelina Jolie è fornita in realtà di almeno ben DUE espressioni: col fermaglio per capelli e senza.  

domenica 29 gennaio 2012

Non gettate alcuna persona dal finestrino


E' incredibile come a volte una manifestazione di comportamento nevrotico possa coincidere con l'osservanza di una norma a tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico. Vado ad esemplificare con un caso tipico.
Quando arriva la metro (o qualsiasi altro convoglio) io m'allontano sempre dalla linea gialla di un paio di metri - anche tre se c'è lo spazio sufficiente - trovandomi così in perfetta sintonia con quanto intimato dai noti cartelli distribuiti in tutte le stazioni d'Italia.
La motivazione del mio comportamento però è differente da quella alla base della norma di cui sopra, o forse solo molto più specifica: io infatti mi allontano dalla linea gialla non per motivi di generica sicurezza e ordine pubblico ma lo faccio ESCLUSIVAMENTE perché ho paura che arrivi qualcuno da dietro e mi scaraventi sui binari all'ultimo momento (avendo fra me e la linea gialla uno spazio di due-tre metri mi garantisco la possibilità di poter opporre resistenza all'eventuale attacco).

Uhmmm... ma non è che poi  la vera ragion d'essere della regola della linea gialla sia la stessa che spinge me ad indietreggiare dalla suddetta? Che si tratti, in realtà, di una norma anti-pazzi (gli psicopatici potenziali omicidi)? Nonché pro-pazzi (i paranoici potenziali vittime)?
... Cavoli, in questo momento mi sorge il dubbio che tutte le norme e tutte le leggi del mondo non siano altro che fini distillati di un'atavica, universale, mania di persecuzione.
(e quindi che io non sia poi 'sta grande originalona)

giovedì 26 gennaio 2012

sabato 14 gennaio 2012

Come dare fastidio al gatto - 1

Quando l'angelico animaletto è placidamente addormentato - magari sul modem - accartocciare insistentemente la carta di una caramella (tipo Rossana) in prossimità di una delle sue orecchie. 
(l'aggraziatissimo felino dovrebbe allora svegliarsi - potrebbe anche non aprire gli occhi, ma semplicemente alzare un po' la testa e storcere l'orecchio interessato dal crepitio della 
carta - mostrando sul suo faccino adorabile un'espressione traducibile più o meno con: "... ma non stavo meglio al GATTILE?"). 

venerdì 13 gennaio 2012

Il mio amico albero




Quando arriva il momento di togliere di mezzo la roba natalizia mi sembra che l'albero di Natale diventi più luccicante; capita che rimanga a fissarlo dal divano - come ipnotizzata - e lo trovi particolarmente bello e splendente, addirittura quasi commovente, e apportatore di nostalgia per le festività di un altro anno che finiscono.

Questo è piuttosto strano, perché in realtà da subito dopo Natale la presenza dell'albero mi diventa progressivamente sempre più insopportabile; a Capodanno ancora lo reggo, pare che quell'affare in casa abbia ancora un qualche senso, ma da lì in poi quella presenza luminosa - eppure paradossalmente oscura - incombente sulla stanza dall'angolo accanto al balcone comincia ad ingenerarmi una tristezza crescente, a sprazzi quasi una vera angoscia. Se fosse alto 6-7 metri e quella sensazione negativa fosse proporzionale alla sua grandezza forse mi ci impiccherei.
Naturalmente non è l'albero in sé, sono le feste.

All'albero in quanto albero voglio bene; ogni anno spero che ce la faccia, che riesca a tirare avanti, che ne esca vivo: quando ci passo vicino gli strappo un po' di aghi per monitorarne le condizioni e nel momento in cui cominciano a venire via troppo facilmente mi dico che è solo per il caldo che c'è in casa, e che una volta trasferito fuori si riprenderà alla grande. Il mio sogno è che un anno uno di questi abeti riesca a diventare quello definitivo: trascorra dodici mesi sul balcone, affidabile e rassicurante, a suo agio con ogni condizione atmosferica, e poi - fedelmente - ogni Natale si presti a farsi tirare dentro casa e a farsi agghindare. Così forse tutto sarebbe più sopportabile.
Sì, certo...  la conosco la storia che le radici di un albero sono una specie di negativo sotterraneo della chioma e che ad un abete alto un metro e mezzo piantato in un vaso di 30 cm di diametro non può essere rimasto che un moncherino pressoché inutile di radice e non ci sia modo quindi di pensare realisticamente che possa sopravvivere; e però a me è capitato di vedere abeti vivi su terrazzi o in cortili, ben alla larga dal periodo natalizio, e allora a dispetto di ogni ragionevolezza mi chiedo: perché stavolta non potrebbe succedere anche a quest'albero?
(un anno in verità un abete ce la fece a sopravvivere sul mio balcone, fino a luglio, forse perché era piccolino e l'apparato radicale in proporzione aveva subito una menomazione meno massiva del solito; ma ad agosto purtroppo un improvviso clima da foresta amazzonica lo stroncò definitivamente).
Ad ogni modo non so bene la ragione per cui  l'albero, proprio quando sta per terminare il suo sporco lavoro in costume natalizio, improvvisamente perda ai miei occhi la sua aura deprimente e mi appaia invece bello e significativo.
Forse il fenomeno è causato dal senso di colpa di non essermelo filato per circa tre settimane, non avere apprezzato la magica atmosfera di cui era portatore e non essermi soffermata nemmeno il giorno di Natale in contemplazione delle sue decorazioni (messe da me, fra l'altro) e di tutti i ricordi dei natali passati sedimentati in esse; potrebbe essere per questo che all'ultimo momento l'abete sembra dirmi, col linguaggio morse delle lucette intermittenti:
"Visto...?? Sono ancora in gamba. Se ora per magia fosse di nuovo il 24 dicembre potrei ricominciare tranquillamente tutto daccapo...".
E' allora che ricevo l'input definitivo ad andare a prendere il valigione della roba di Natale, sbaraccare tutta la paccottiglia, infilarcela dentro alla svelta e nasconderla di nuovo nel posto più irraggiungibile della casa.

Però che gli ultimi giorni prima dello smantellamento l'albero brilli di più non è un'illusione né un'allucinazione: è proprio vero. Luccica realmente come non mai, come di notte fanno le luci della città quando cala la nebbia e tutto diventa più terso e splendente.
Dipende dal fatto che i suoi rami hanno perso la maggior parte degli aghi e quindi le lucette, senza quasi più nulla che le copra, sono meglio visibili.

Sì... Oramai è spacciato, legna da ardere.

mercoledì 11 gennaio 2012

Occasioni perse

Odio i saldi perché quando cominciano io sono sempre appena ingrassata di tre chili.

Una pena da girone infernale non avrebbe potuto essere congegnata meglio.

venerdì 6 gennaio 2012

Servizio pubblico

Avendo oggi sentito circa 85 volte la notizia del fidanzatino che ha ammazzato la fidanzatina con un mix di varie tecniche omicide, quando stasera la giornalista sul finire del tg ha introdotto un fondamentale servizio di costume sulla coppia - scaturito da serissime ricerche scientifiche - con la frase: "Ed ora avvisi per i fidanzati: evitate di..." ho pensato seriamente che concludesse dicendo "...  massacrare la vostra dolce metà".

(invece no: era una roba tipo "... di fare la promessa di matrimonio troppo alla leggera").