mercoledì 12 gennaio 2011

La clinica privata

S'imboccano vialetti tortuosi, si và a destra, a sinistra, in salita, in discesa. Si sbuca in uno spiazzetto ghiaioso, indegno di tanto sforzo. Quando hai rifatto più e più volte il percorso -sempre in tensione, mai in completa serenità- un giorno che te lo fa notare qualcuno seduto in macchina con te, ti rendi conto che il tracciato è perlopiù arbitrario, per creare un pò di suspence forse, per mostrare la bellezza del giardino... Nel mezzo del verde c'è l'edificio, una composizione di parallelepipedi all'interno dei quali, nascosta da qualche parte, c'è una persona a cui tieni. I colori tenui, verde, azzurrino, le piante, i vialetti, tutto dovrebbe stillare calma e riposo, tutto trasuda preoccupazione e ansia, sempre.

I vialetti le piante i colori l'architettura anni '60 ben tenuta, la coscienza a posto perchè state facendo il possibile... chi ti è caro è sempre in fallaci mani umane però col maritozzo a colazione, col dolce la domenica, col divano-letto per te dall' apertura laboriosa e dalla tappezzeria triste. E te ne vai, e ci ritorni, e vai, e torni, in questo piccolo universo ansiogeno e tranquillizzante dove si accudisce, si cura, si salva, o si ammazza la gente per soldi.

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