giovedì 17 febbraio 2011

I mobili immobili

Nei primi anni '70 vennero di moda i mobili colorati: scaffali azzurrini, librerie arancioni, tavolini gialli (e vetri fumè, vetri fumè dappertutto, ante di librerie fumè, ripiani di tavolini fumè, specchi fumè negli ingressi... chissà perchè questo trionfo del vetro fumè: forse perchè allora si fumava molto e senza remore? Potrebbe essere una spiegazione).
Comunque questa mobilia colorata - e scomoda, piena di irrazionalissimi spigoli acuti o ottusi e ampie e ingombranti curve - ebbe un certo successo per alcuni anni, dopodichè, come niente fosse stato, si tornò alla NORMALITA' dei mobili di legno o color legno o imitazione legno, al massimo al nero o al bianco (i colori si rifugiarono nelle cucine e lì sopravvissero discretamente fino ai giorni nostri).
Perchè?
Se ci si pensa come cosa è piuttosto strana, anche se mi si potrebbe obiettare che la stesso succede nella moda: per esempio con le spalline spaziali degli anni '80 in seguito completamente rinnegate, sparite, rimosse. Però no, secondo me non è la stessa cosa perchè il mobilio è di assai più ampia gittata rispetto all'abbigliamento, basti pensare che c'è gente che compra tuttora salotti e camere da letto in stile veneziano, mentre potrei affermare con quasi assoluta certezza che un mobile-bar giallo, squadrato come un mattone lego (e con le stesse proporzioni) è molto difficile che qualcuno oggi come oggi se lo piazzi in casa.

Ciò non toglie comunque che in alcuni appartamenti abitati da gente diciamo all'avanguardia negli anni '70, che ora -ironia della sorte - ha 70 anni, si possano trovare tali pittoreschi pezzi di mobilio, se non addirittura arredamenti interi in stile psichedelico, talvolta con un assurdo effetto "astronave di Spazio 1999" (ancora più assurdo, ma più assurdamente coerente, se poi magari le signore ivi abitanti si ostinano ancora a truccarsi e pettinarsi come usavano fare nei loro 30 anni; allora l'effetto Spazio 1999 è totale).

Ma tornando al problema del perchè del tramonto di tutto uno stile di arredamento io mi chiedo: può essere successo semplicemente perchè quello stile faceva obiettivamente cacare? Non so, questa ipotesi non mi convince del tutto. Quà si tratta di una svolta importante perchè alla fine ha ripiombato il pubblico nel tunnel dei mobili VISIBILMENTE di legno. Solo io percepisco il senso di schiavitù di questa imperante estetica della (finta) venatura lignea? Mi si potrebbe parlare dell'Ikea, e dei suoi imitatori, ma bisogna pur sempre ricordarsi che i famosi colori dell'Ikea esistono per occultare in maniera dignitosa la fattura essenziale per non dire miserella dei mobili, e alla fine si riducono più che altro al rosso e... ? Ai soliti nero, bianco e LEGNO.
Niente, secondo me la spiegazione è che è successo qualcosa. La gente a un certo punto ha avuto paura dei suoi mobili colorati e li ha buttati via; le fabbriche, anche, si sono spaventate e non li hanno più prodotti. Saranno stati associati a qualcosa di negativo? Sarà che la vita non era più colorata e quei mobili ci facevano a cazzotti? Sarà che una scenografia colorata sullo sfondo non è per tutti, ed è stato necessario (auto)sradicare l'illusione che lo fosse? Sarà che il neutro và con tutto, soprattutto con una quotidiana, comoda e immobile apatia?
O sarà che in fin dei conti per illudersi di essere proiettati verso un vivo e colorato futuro sono sufficienti due metri lineari di pensili in cucina?

3 commenti:

  1. mmm propenderei per la spiegazione "la vita non era più colorata", e ricollegarla alla risacca conservatrice degli anni '80. complimenti per il blog (lucido e ben poco disorientato secondo me, nonostante il titolo!), ciao :)

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  2. Ti ringrazio veramente TANTO per l'incoraggiamento, e per la generosità! :)

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  3. So' tornato indietro fino a quando non ero ancora nato.

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