sabato 21 aprile 2012

Il Più Grande Spettacolo dopo l'altro gatto che c'avevo prima

Quando ha il piatto vuoto il mio gatto non si comporta come tutti gli altri gatti, piangendo e gironzolando intorno, no: il mio gatto adotta un'altra tecnica.
Si appollaia sul mobile più vicino alla sua postazione cibo, un vecchio comò che s'affaccia proprio sul piatto e la ciotola per l'acqua (e che si trova giusto dietro il divano su cui sto seduta io) e comincia a spingere giù gli oggetti che ci sono sul mobile facendoli cadere rumorosamente nei contenitori che stanno sul pavimento; fondamentalmente gli oggetti che lancia a terra sono piccole cianfrusaglie (tipo sorpresine degli ovetti) che snida abilmente con la zampina da una grossa ciotola di ceramica, qualche bicchiere di plastica monouso - la cui caduta non mi crea fastidio più di tanto e mi permette di continuare a stare al computer ignorando la questione - nonché la bottiglietta di acqua ossigenata che sta fissa su quel mobile (per ogni emergenza), che invece quando cade nel piatto o peggio ancora nella ciotola dell'acqua produce un casino pazzesco. A quel punto io lancio quattro strilli per sgomberare i manifestanti (= il gatto) e ricomincio a fare quello che stavo facendo.
Questa è la prima fase della sua protesta per il cibo, che si può ripetere per 2-3 volte (o comunque fino ad esaurimento degli oggetti lanciabili dal ripiano). La fase due invece è molto più contenuta, minimale quasi: la definirei anche orgogliosa, ma con una nota sotterranea di disprezzo, nonché molto più 'stilosa'.
Il gatto comincia a camminare avanti e indietro nei pressi del suo piatto entrando e uscendo dalla mia sfera visiva a testa leggermente bassa e con un'andatura da coguaro, cioè buttando avanti le zampe con una certa pesantezza e spostando in maniera quasi dinoccolata il peso ora a destra ora a sinistra (camminata che ricorda abbastanza anche quella di John Wayne, in verità).
Credo che il semplice messaggio sia: "Sto qua, mi vedi? HO FAME", ma purtroppo la discrezione e la dignità di questa seconda tattica non vengono affatto premiate: essendo per me molto meno fastidiosa della prima tendo ad ignorare il gatto ancora peggio. Ad un certo punto poi - dopo un tot di tempo non esattamente quantificabile - mi rendo conto che da un po' il similcoguaro non sta più comparendo nella mia area di visione periferica. E' la fase tre: il gatto scompare in qualche posto sconosciuto della casa, presumibilmente andandosene a dormire; questa fase, di primo acchito, potrebbe essere interpretata come un 'gettare la spugna', ma in realtà penso si tratti semplicemente di una presa di sopravvento del più puro istinto di sopravvivenza: la bestiola, vista la mancanza di fonti di sostentamento, riduce l'attività fisica al minimo onde evitare il dispendio delle energie rimastegli (forse riduce anche la temperatura corporea di qualche grado, ma questa è solo un'illazione che non posso provare).
Intanto io, che dopo un altro tot di tempo non quantificabile mi sono alzata dal divano per sgranchire le gambe in funzione anti-embolia, NOTO il macello di oggetti sul pavimento, la bottiglietta dell'acqua ossigenata nel piatto vuoto e la ciotola in cui galleggiano un paio di Barbapapà collezione Kinder e mi dico che forse è il caso di nutrire il micio; comincio quindi a chiamarlo con volume della voce crescente scuotendo contemporaneamente il sacchetto dei croccantini. Qui il gatto si fa un po' pregare (ma questo potrebbe anche essere dovuto al tempo fisiologico di ritorno dalla semi-ibernazione), prima di presentarsi ed esibirsi infine in tutto il consueto repertorio raffinato di giubilo gattesco - andatura sinuosa, coda alzata e vibrante, miagolii aggraziati - dimenticandosi completamente, con GRANDE signorilità, della mia colpevole negligenza precedente.

DIO, la CLASSE di quest'animale...

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